Q&A

C’è una correlazione tra l’allergia agli acari della polvere e le allergie alimentari?

Si definiscono allergie alimentari secondarie, note anche come sindrome da allergia orale o reattività crociata, quelle forme di reazioni che si sviluppano in persone allergiche verso una fonte primaria, ad esempio gli acari della polvere o i pollini, quando introducono alcuni alimenti. Compaiono di solito nei bambini e adolescenti, ma si possono sviluppare anche in età adulta. La ragione alla base di questo fenomeno risiede nel fatto  che alcune proteine degli alimenti sono simili agli allergeni primari inalanti. A causa di questa somiglianza (detta “omologia”) queste proteine (dette “cross-reattive”) sono quindi in grado di scatenare fenomeni di reazione allergica per contatto e per ingestione.

Da un punto di vista biologico esiste un collegamento tra l’allergia agli acari della polvere e quella ai crostacei e molluschi, dato che entrambi appartengono al phylum degli artropodi e hanno, di conseguenza, alcune proteine in comune. I soggetti allergici agli acari possono sviluppare una reattività crociata ai gamberi, scampi, aragoste e granchi, così come a vongole, cozze, telline e ostriche. Questo fenomeno è dovuto alla tropomiosina, una proteina che regola la contrazione del muscolo scheletrico negli artropodi e che è presente in forme molto simili negli acari, nei crostacei e nei molluschi.

Fino al 15% dei soggetti altamente sensibilizzati agli acari della polvere è anche reattivo ai crostacei. Tuttavia, questo non vuol dire che chi è allergico agli acari non deve mangiare crostacei o molluschi, o rischi qualcosa facendolo. In alcune persone questa allergia alimentare si sviluppa, in altre no. La maggiore parte delle persone allergiche ai gamberetti non sono allergiche agli acari.  Inoltre, l’allergia ai crostacei non è una controindicazione all’immunoterapia (AIT) contro gli acari.

Reference

Wong L, Huang CH, Lee BW. Shellfish and House Dust Mite Allergies: Is the Link Tropomyosin? Allergy Asthma Immunol Res. 2016;8(2):101-106.

 

Gli acari della polvere pungono?

Gli acari della polvere, il Dermatophagoides pteronissinus e il Dermatophagoides farinae, cioè quelli che comunemente vivono nelle nostre abitazioni, sono assolutamente innocui, ossia non pungono e non mordono, e i disturbi che possono arrecare ai soggetti predisposti, sono causati dall’inalazione degli allergeni degli acari, tra i quali quelli delle particelle fecali, e non dal contatto diretto.

Esistono specie di acari, Sarcoptes scabiei, i Demodex, i Pyemotes Ventricosuse i Trombiculidae che causano malattie della pelle. Sarcoptes scabiei è responsabile della scabbia, il cui sintomo più rilevante è un forte prurito, derivante dalle lesioni, veri e propri minuscoli cunicoli, che l’acaro scava nella pelle, generalmente attorno ai bulbi piliferi, per deporre le uova.

I Demodex possono invece causare la blefarite, un’infiammazione del bordo delle palpebre, caratterizzata da arrossamento e prurito e che, in casi più gravi, è caratterizzata dalla presenza di squame trasparenti o biancastre che formano piccole crosticine alla base delle ciglia.

Il Pyemotes ventrivosus è un acaro parassita delle larve degli insetti, tra cui i tarli del legno e, per questa ragione, può trovarsi nelle nostre case. Può capitare che pungano l’uomo, causando l’insorgenza di dermatiti pruriginose. In alcune persone può provocare sintomi più gravi quali nausea, mal di testa, febbre, vomito, diarrea e asma.

Infine, i Trombiculidae possono causare, in risposta alle punture, forti pruriti, dermatiti e reazioni allergiche.

L’eliminazione del parassita dalla cute e dell’ambiente è necessaria in questi casi per risolvere il problema.

Reference

Panzer R, Krebs S. Mites, caterpillars and moths. J Dtsch Dermatol Ges. 2020 Aug;18(8):867-880.

 

Quali sono i vantaggi dell’AIT (immunoterapia allergene specifica) rispetto ad altri trattamenti?

L’immunoterapia allergene specifica riduce i sintomi dell’allergia e, di conseguenza, la necessità di utilizzare altri farmaci non solo durante i 3-5 anni durante i quali è somministrate, ma anche negli anni successivi alla sua sospensione. Inoltre, l’immunoterapia riduce il rischio della comparsa di asma, in persone – specie bambini- che quando la iniziano soffrono soltanto di disturbi al naso (rinite) e agli occhi (congiuntivite).  Questa caratteristica è detta “modificazione della storia naturale della malattia allergica”.

Inoltre, alcune studi hanno dimostrato che l’immunoterapia per gli acari nei soggetti asmatici aiuta a migliorare il controllo dell’asma, riducendo la necessità di usare cortisonici e diminuendo le crisi asmatiche gravi, ovvero quelle che portano i pazienti al pronto soccorso.

Infine, potenzialmente l’immunoterapia previene la comparsa nelle persone allergiche di nuove patologie (dette “comorbidità”) quali ipertrofia dei turbinati, poliposi nasale sinusite.

L’AIT agisce quindi sul meccanismo della malattia, riducendo i sintomi e mantenendo la propria efficacia per molti anni dopo la sospensione. Il ciclo di trattamento ha la durata di 3-5 anni, ma gli effetti positivi si manifestano già dopo i primi 2-3 mesi di trattamento.

Reference

Agache I, Lau S, Akdis CA, Smolinska S, Bonini M, Cavkaytar O, Flood B, Gajdanowicz P, Izuhara K, Kalayci O, Mosges R, Palomares O, Papadopoulos NG, Sokolowska M, Angier E, Fernandez-Rivas M, Pajno G, Pfaar O, Roberts GC, Ryan D, Sturm GJ, van Ree R, Varga EM, van Wijk RG, Yepes-Nuñez JJ, Jutel M. EAACI Guidelines on Allergen Immunotherapy: House dust mite-driven allergic asthma. Allergy. 2019 May;74(5):855-873.

Quali accorgimenti adottare per dormire bene se si è allergici agli acari?

Sebbene non sia possibile eliminare completamente gli acari dalle nostre camere da letto, vi sono alcuni accorgimenti che possono ridurne la presenza e il numero, migliorando quindi la convivenza con l’allergia  e riducendone i sintomi.

Le persone che soffrono di allergia gli acari devono cambiare spesso le lenzuola e le federe, una o due volte la settimana e lavarle a 60°C.

Anche la sostituzione dei materassi è importante, prediligendo quelli in materiali “moderni” (esclusa lana), capaci di contrastarne la proliferazione e, in ogni caso, rinnovandoli ogni 8-10 anni.

È importante areare la camera da letto, eliminare le coperte di lana e tutto ciò che può accumulare polvere e lavare le tende con la stessa frequenza delle lenzuola, utilizzando anche sistemi di igienizzazione a vapore.

Infine, anche lavare la biancheria con l’aggiunta di bicarbonato e asciugarla all’aperto, se possibile, potrebbe essere di aiuto nel controllo della proliferazione degli acari.

Reference

Portnoy J, Miller JD, Williams PB, et al. Environmental assessment and exposure control of dust mites: a practice parameter. Ann Allergy Asthma Immunol. 2013;111(6):465-507. doi:10.1016/j.anai.2013.09.01

 

I soggetti allergici agli acari della polvere possono praticare attività sportiva?

Le allergie, in genere, non presentano controindicazioni alla pratica dell’attività fisica e sportiva, sebbene alcune discipline possano essere meno indicate per chi soffre di problemi di asma e, per questo, potrebbero richiedere alcune precauzioni.

Spesso, chi soffre di asma allergico è preoccupato dalle conseguenze dell’attività fisica, poiché teme che questa possa aggravare i suoi sintomi respiratori. L’attività all’aria aperta, al contrario, è di norma consigliata a chi soffre di allergia agli acari, con o senza asma. Tuttavia, l’esercizio fisico praticato al chiuso, ad eccezione del nuoto, in palestre con scarsa pulizia ed eccesso di polvere, o il contatto con alcuni animali, come ad esempio i cavalli, può essere problematico, ma chiaramente a causa dell’esposizione all’allergene, non perché l’attività fisica sia controindicata negli allergici.

È consigliabile alle persone allergiche una visita medica ed eventualmente una valutazione funzionale respiratoria, oltreché un ECG, prima di intraprendere un’attività sportiva anche non competitiva.

Premesso ciò, l’esercizio fisico può essere svolto normalmente, se la condizione clinica è adeguatamente controllata, anche dalle persone con asma allergico. Va ricordato che alcuni farmaci per la terapia dell’asma sono considerati dopanti in ambito sportivo.

Reference

Silva D, Moreira A. The role of sports and exercise in allergic disease: drawbacks and benefits. Expert Rev Clin Immunol. 2015;11(9):993-1003.

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