Gli acari, la fonte di allergeni più frequente presente in casa, sono microscopici aracnidi, artropodi appartenenti allo stesso gruppo dei ragni, invisibili a occhio nudo e capaci di riprodursi nella polvere e, per questo, sono comunemente denominati acari della polvere.
Le due specie principalmente responsabili dell’allergia nelle abitazioni sono il Dermatophagoides pteronyssinus e il Dermatophagoides farinae, ma vi sono in realtà moltissime specie di acari che proliferano nelle farine e granai, nei locali di conservazione degli alimenti, negozi e derrate di alimentari.
Le loro dimensioni si aggirano intorno ai 200-300 micron, cioè all’incirca un quarto di millimetro, per cui possono venire individuati solo con una lente di ingrandimento o, ancor meglio, al microscopio. Il maschio è leggermente più piccolo della femmina.
Proliferano con un tasso di umidità attorno al 65% e una temperatura ideale di 20-25 gradi, ma sono in grado di tollerare un’ampia variazione di temperatura, da 0 gradi fino a circa 30°C, mentre l’umidità è il fattore critico per la loro sopravvivenza e propagazione.
Sono assolutamente innocui, tranne che per le persone allergiche, i cui disturbi sono causati da una reazione dell’organismo all’inalazione, principalmente delle loro particelle fecali. L’intero ciclo vitale, da uovo allo stadio adulto, si compie in 2-3 settimane.
Gli adulti hanno una vita media da 2 a 4 mesi e durante questo periodo hanno uno o due accoppiamenti, dopo i quali ogni femmina depone complessivamente da 20 a 50 uova. In un grammo di polvere possono vivere fino a 10 mila acari.
Dove si trovano gli acari
Gli acari si sviluppano e proliferano in quei luoghi della casa che forniscono loro una fonte di cibo, umidità e riparo, in quanto, essendo sprovvisti di un apparato visivo, sono fotofobici e sensibili alla luce, di conseguenza evitano le superfici esposte all’illuminazione e preferiscono la notte per spostarsi da un luogo all’altro.
Materassi, tappeti, cuscini, imbottiture dei divani, data la struttura a fibre che permette di intrappolare l’umidità, sono i luoghi prediletti. Fattori igienici e sanitari e condizioni ambientali e climatiche determinano la loro concentrazione nelle diverse parti dell’abitazione ma per lo più prediligono le camere da letto.
Gli acari si nutrono, infatti, principalmente della frazione organica che si accumula nella polvere domestica, per la componente originata dalla fisiologica desquamazione cutanea, da cui deriva il termine “dermatofagoide”. Tuttavia anche forfora, peli, capelli e frammenti di unghie rappresentano fonti di nutrimento per questi animali.
Alcune caratteristiche delle abitazioni moderne hanno reso il fenomeno più evidente negli ultimi tempi, tra le quali ricordiamo le seguenti: riscaldamento elevato, ridotta ventilazione per diminuire la dispersione del calore, elevata umidità in alcuni locali, una minore abitudine a sbattere i tappeti associata al fatto che l’uso dell’aspirapolvere non si presta ad alcune superfici quali il letto e i cuscini.
L’incidenza del fenomeno, in Italia aumenta fra maggio e ottobre per poi diminuire fra dicembre e aprile. Sono riportati picchi anche in altri periodi.
Pulizia, disinfezione continua e cambi frequenti della biancheria sono fattori che contrastano con più efficacia la presenza degli acari, ma anche l’areazione ha un ruolo importante dato che difficilmente gli acari e i loro derivati allergenici sono presenti in sospensione nell’aria.
Perché gli acari provocano allergie
Le allergie, a livello biologico, si verificano quando il sistema immunitario reagisce erroneamente a una sostanza innocua, detta appunto allergene, producendo anticorpi. Gli anticorpi prodotti contro gli allergeni sono di un tipo particolare, le immunoglobuline E (IgE), che fisiologicamente contribuiscono alla difesa da alcune malattie, tra cui quelle dovute a parassiti.
La risposta scatenata dagli acari nei soggetti allergici è per lo più a carico delle vie respiratorie. La manifestazione più comune è il raffreddore allergico (detto anche rinite allergica), con presenza di secrezioni prevalentemente molto liquide dal naso. In caso di esposizione prolungata all’allergene, si può stabilire un’infiammazione cronica delle vie aeree superiori (rinite cronica). Inoltre, in alcuni soggetti predisposti, la rinite si associa all’asma, caratterizzata da respiro sibilante e difficoltà a respirare.
L’allergia agli acari si può sviluppare anche per contatto diretto con la pelle, determinando arrossamenti e prurito.
La probabilità che si sviluppi un’allergia agli acari della polvere è maggiore durante l’infanzia e la prima età adulta. Fattori genetici sono responsabili della predisposizione a sviluppare tale allergia in ambito familiare.
L’esposizione ad alti livelli di polvere domestica, specie nei bambini, così come spesso accade in ambienti con scarsa pulizia o in condizioni che alimentano la proliferazione degli acari, può aumentare il rischio di sviluppare allergia.
Reference
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